Ritardo nei pagamenti al 31 dicembre 2022
Nell’ultimo trimestre del 2022 i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo si attestano al 9,1%, mentre le aziende regolari con i termini di pagamento sono il 40,4% (nel 2020 erano il 35,7%).
Lo studio (aggiornato al 31 dicembre 2022) è stato condotto dallo Studio pagamenti di Cribis, società del gruppo Crif.
I ritardi nel pagamento hanno ricadute dirette sulla liquidità delle imprese in quanto le fatture con ritardi gravi rischiano di trasformarsi in crediti inesigibili lasciando a secco le casse.
Il trend dell’ultimo trimestre rappresenta il primo peggioramento congiunturale della puntualità dei pagamenti, che, dai primi tre mesi del 2020, si era mostrata in crescita a ogni rilevazione trimestrale.
Per contro il confronto tendenziale mostra un miglioramento della qualità dei pagamenti sia rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia rispetto al primo trimestre del 2019 pre-covid.
I pagamenti puntuali crescono infatti di 16 punti rispetto al quarto trimestre del 2021 e di 57 punti rispetto al 2019.
L’incidenza dei pagamenti in grave ritardo (oltre i 30 giorni dalla scadenza) è stabile a quota 9,1% (nel 2020 era del 12,8%).
L’inflazione rallenta i consumi provocando un calo della liquidità delle aziende; questo è uno degli elementi negativi che pesa sulle aziende nella capacità di saldare puntualmente le fatture.
Esaminando le macro-aree geografiche e le province il Nord Est risulta l’area più affidabile con il 47,7% di pagamenti regolari, mentre le imprese del Sud e Isole mostrano un comportamento meno virtuoso con solo il 27,5%, con un marcato peggioramento rispetto al trimestre precedente (28,1% di pagamenti puntuali).
Lombardia, Emilia Romagna e Veneto si rivelano le regioni con la maggiore quota di pagamenti regolari (50,3% la prima e 47,9% le altre).
Sicilia e Calabria occupano l’ultima posizione del ranking regionale del pagamento puntuale rispettivamente con una quota pari al 23,4% per la prima e 23,6% per la seconda.
A livello settoriale, i gruppi merceologici più puntuali sono i servizi finanziari (52,5%) in peggioramento rispetto al terzo trimestre 2022 (53,5%), mentre nel commercio al dettaglio c’è la concentrazione più bassa (30,8% delle imprese), in linea col trimestre precedente.
A corollario dei dati di cui sopra segnaliamo l’interessante “Barometro dell’economia regionale” redatto dal Centro Studi di Unioncamere Veneto (link) aggiornato al 31 gennaio 2023 che fotografa lo stato dell’economia della Regione comparando i dati degli ultimi quattro anni.