Costo energia alle stelle: aumenta il rischio di default in molti settori economici
Bollette luce e gas (e non solo), arriva la stangata per le imprese.
La Cgia di Mestre, sempre attenta a monitorare gli andamenti del mercato, valuta per il primo trimestre 2022 un aumento pari a 13 miliardi di euro per i costi di energetici.
Il computo tiene conto degli importi che nel primo trimestre di quest’anno le imprese saranno chiamate a pagare : 14,7 miliardi di euro in più rispetto al 2019 (anno pre-pandemia), ai quali togliendo 1,7 miliardi di misure contenitive (introdotte dal Governo in questi giorni) le aziende dovranno farsi carico di un extra di 13 miliardi di euro.
I fortissimi aumenti di questi ultimi mesi non hanno interessato solo la luce e il gas, ma anche il gasolio per autotrazione.
Se un anno fa il prezzo del diesel alla pompa era di 1,35 al litro, oggi è pari a 1,67 euro al litro (+ 23,5 %), il che si traduce in un aumento di costi annui di oltre 9.000 euro per singolo TIR per 100.000 Km. percorsi.
Sempre secondo la Cgia di Mestre le misure finora adottate dal Governo non sono sufficienti a calmierare e garantire la sopravvivenza di molte aziende.
I settori più a rischio sono quelli cosiddetti energivori (con rincari che potranno sfiorare il +400%).
Per quanto riguarda il consumo del gas, le difficoltà maggiori stanno colpendo le imprese del vetro, della ceramica, del cemento, della plastica, della produzione di laterizi, la meccanica pesante, l’alimentazione, la chimica etc.
Per quanto concerne l’energia elettrica, invece, rischiano il blackout le acciaierie/fonderie, l’alimentare, il commercio (negozi, botteghe, centri commerciali, etc.), alberghi, bar-ristoranti, altri servizi (cinema, teatri, discoteche, lavanderie, etc.).
Il caro gasolio incide fortemente su autotrasporti (Tir, mezzi commerciali, agenti di commercio) oltre a filiera ittica (pescherecci) e agricoltura, con il reale pericolo di doversi fermare.
I distretti più a rischio sono: il cartario di Lucca-Capannori; le materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova; i metalli di Brescia-Lumezzane; il metalmeccanico del basso mantovano e del Lecchese; le piastrelle di Sassuolo; la termomeccanica Padova; il vetro di Murano.
Tutto ciò comporta un forte aumento del rischio default non solo delle aziende dei settori interessati ma anche di tutto l’indotto.
La tutela del credito è fondamentale per evitare di dover affrontare insoluti inattesi a causa di aziende costrette a chiudere e, viceversa, le imprese in difficoltà devono immediatamente porre in atto tutte quelle misure necessarie al contenimento degli aumenti dei costi energetici (con politiche a breve e medio termine) oltre a predisporre attività di contatto con le parti creditrici per trovare soluzioni anche temporanee che permettano comunque di affrontare la crisi.
Per ridurre il rischio di un aumento degli insoluti le aziende dovrebbero “monitorare” tramite professionisti esperti il presunto stato di salute delle aziende clienti.
Importante verificare il livello di patrimonializzazione dei propri clienti e il tasso di dipendenza dalle fonti energetiche per determinare l’impatto dei rincari sull’economia aziendale.
Euro Executive mette a disposizione delle aziende un team di specialisti per la verifica del portafoglio clienti, tramite servizi che prevedono: analisi di bilancio, verifica della solidità economica e la patrimonializzazione, il monitoraggio di clienti con criticità, oltre alla gestione delle posizioni a rischio, proponendo le strategie più adatte a gestire il rapporto con i clienti e all’occorrenza procedendo con il recupero del credito.
Euro Executive inoltre offre la propria consulenza anche alle aziende in difficoltà economica-finanziaria per la composizione di eventuali contenziosi intervenendo per risolvere le problematiche debitorie al fine di ottenere la ristrutturazione necessaria.
I nostri professionisti dopo un’attenta analisi della situazione finanziaria gestiranno i rapporti con fornitori, banche, enti fiscali e previdenziali, sollevando l’azienda da tali incombenze.